Basta scorrere la mia bacheca per leggere quanta fiducia avevo in quel “Presidente”, quando nel giorno del suo primo insediamento parlava di vero cambiamento e nessuno poteva immaginare che si stava apprestando a recitare nell’ennesimo Stato-Teatro della storia d’Italia.
Erano i tempi in cui non vedevamo l’ora di accendere la radio o la tv, sfogliare un giornale, di incontrare la gente per le strade. C’era tanta energia positiva nell’aria, eravamo finalmente riusciti a portare i “cittadini” al governo della nazione. Certo, i limiti e le crepe si vedevano già da tempo e le conoscevamo, ma questo appariva sicuramente meglio di quanto avevamo già visto.
C’era poi “il contratto”, una lista di cose da fare, chiara, precisa. Sarebbe bastato lavorare. Invece no, i nostri politicanti, vecchi e nuovi, di lavorare non hanno proprio voglia, perché la sola cosa che gli riesce meglio è il teatro. Sono tutti degli attori mancati, solo che il genere interpretato, a differenza di quanto crede il loro narcisismo malato, è quello del macabro.
Lo Stato-Teatro nasce nel basso Medioevo, all’epoca delle corti dei re inglesi, francesi e spagnoli, quando attorno al sovrano, investito non si sa bene da quale grazia divina, si aggrovigliavano i nobili approfittatori: è li che si istituzionalizzano i lacché, i ruffiani, gli striscianti parassiti che ancora oggi adornano i palazzi, grandi o piccoli, sfarzosi come a Roma o marci e decadenti come nei più piccoli e disperati Comuni nostrani.
Un solo anno e ci siamo ritrovati il delirio del Papeete e l’accordo Grillo-Renzi, con Giuseppe Conte prontissimo a svestire i panni dell’avvocato del popolo e a indossare quelli di “Mr. Pochette”, ovvero l'Ultimo Dandy: impeccabile solo nel suo ciuffetto tinto e nella sua voce raucamente suadente, preciso solo nel posizionarsi davanti a microfoni e telecamere agli ordini del gieffino sempre in cerca d’autore, ha ingoiato di tutto, è diventato di tutto, ha detto e fatto di tutto, pur di continuare anche lui a far parte di una giostra che si sapeva, prima o poi, come tutte le giostre, si sarebbe fermata.
Il peccato originale sta sempre in quella “triffa” organizzata tra furbetti da 4 soldi nel 2012, ma allora si disse, “va bene comunque, l’importante che qualcuno entri li a portare la voce del popolo”. Un anno è bastato e del popolo quegli impostori improvvisati se ne sono subito dimenticati, ben presto indaffarati a come garantirsi e garantire a pochi amici sfigati come loro un posto sotto un sole che quando finisce di scaldare lascia al freddo della solitudine e della miseria, umana prima ancora che altro. Se qualcuno vede ancora “cittadini” la cui scorta è la gente, mi faccia un fischio.
Nonostante tutto però, l’occasione per poter sperare di cambiare finalmente qualcosa, non la si poteva buttar via, sempre confidando in cittadini dalla schiena dritta che invece, anche loro, hanno dimostrato di meritare i politici che hanno (ma che purtroppo tutti abbiamo).
Intanto, lorsignori, invece di costruire una squadra di governo con persone credibili e capaci, restando a occuparsi di democrazia diretta e di rapporti tra chi era rimasto cittadino e le istituzioni corrotte, da ignobili millantatori quali sono, sono stati capaci di ingannare persino se stessi, pur di recitare la farsa di una vita finta, artefatta, truccata con la menzogna e la vergogna di sapere di non essere niente pur ostinandosi a voler apparire chissà chi.
Via la prescrizione senza una riforma valida, no a Di Matteo per il Dap, 249 su 250 consigli di Gratteri lasciati ad ammuffire, carceri che scoppiano, processi più lenti al mondo e giù, sempre più giù, nella classifica mondiale di Transparency International: qualcuno mi spieghi perché Malafede (alias DJ FoFo) non poteva essere sostituito.
461mln di euro in banchi a rotelle invece di aprire nuove terapie intensive e scuole che arrancano, con la Puglia che è ancora arancione non per il Covid-19, ma perché mancano gli ospedali e gli appalti regionali in sanità sappiamo tutti come vanno a finire (ops! scusate, non si può dire neanche questo perché qualche combriccolante locale ha tradito gli elettori peggio di quello che hanno fatto quelli a Roma).
Per non parlare del reddito di cittadinanza agli ndranghetisti, la deriva dei “navigator” che sperano in un “posto di lavoro” quando invece il lavoro (quello vero) lo dovevano trovare agli altri.
E come non nominare il ministro Senza Speranza, che finalmente grazie al Covid-19 poteva dire di aver trovato un suo ruolo politico nella società italiana, un personaggio da poter recitare fino in fondo, quello del dispensatore dei consigli della nonna ad ogni sua uscita, anche questa, teatrale e fine solo ad alimentare una voglia malsana di poter finalmente dire a se stesso (solo a se stesso) di aver fatto “il ministro”. E chi se ne importa se si andava avanti con piani pandemici non aggiornati (l’importante era avere le giuste “coperture” all’OMS).
Avanti quindi con bonus a pioggia anche ai parlamentari, aerei e sceneggiate strappa-like per trasportare da Roma alle regioni, vaccini arrivati da oltralpe in furgoncino, multe massacranti a chi va al bar a prendere un caffé, medici e infermieri lasciati a lottare contro la morte sotto nastri di scotch e baracche improvvisate, piccole partite iva da distruggere ad ogni costo eh si, perché il Parlamento deve continuare a essere il garante diretto e indiretto della corruzione, mezza Italia non può smettere di incassare false o immeritate pensioni e ai tanti, troppi e cancerogeni, parassiti pubblici bisogna dare l’aumento per stare a casa a grattarsi più di prima (a quando una riforma del merito nella P.A. che assuma a tutti i livelli gente capace e onesta per affiancare quei pochi che oggi lo sono e si ritrovano ogni giorno costretti a lavorare per sé e per gli altri?). Cosa non si fa per un algoritmo, per un sondaggetto qua e là, continuando a far finta che i veri problemi dell'Italia non sono la giustizia, il fisco e la pubblica amministrazione.
(Lord George Bryan Brummel, detto "Beau Brummel", il bello)
In tutto questo, lui, Mr. Pochette, l'Ultimo Dandy, come se niente fosse. andava avanti con le sue dirette facebook, così, tanto per prendersi in giro da solo e si vedeva dalla faccia che lui stesso lo sapeva benissimo, ma imperterrito, il teatro doveva portarlo avanti comunque, "whatever it takes"...disse uno che come previsto, prima o poi gli avrebbe fatto le scarpe.
Mr. Pochette, un Dandy d’altri tempi, l’ultimo Dandy della politica italiana, il perfetto pupazzo con cui Grillo ha potuto continuare le sue pagliacciate dopo tutti i parlanientari messi li a fare da circo per 8 anni e chissà quanto ancora (altro che stipendio dimezzato, lo dovrebbero restituire tutto e con gli interessi), unica cosa che evidentemente a questo comico vecchio e malato, dopo la dipartita di Casaleggio e Fo, riesce ancora bene, lasciando che la più grande speranza di cambiamento per l’Italia naufragasse sotto gli sporchi e meschini giochini di un ebetino qualunque, anche lui pupazzo di burattinai ben più potenti e spietati, capaci di mettere su una pandemia mondiale, di far morire milioni di persone (di virus o di fame) pur di riprendersi un potere posticcio, capaci di organizzare sceneggiate sotto la Casa Bianca con tanto di teatranti assoldati all’uopo, pur di far cadere nella trappola un avversario maldestro ma pur sempre contrario alla deriva satanista di una élite che si prepara sempre più a lasciare questo pianeta dopo averlo definitivamente distrutto.
Questo è stato Giuseppe Conte: il rappresentante in Italia della classe politica peggiore della storia che i colonizzatori di tutto il mondo, ora più che mai, useranno per finire di divorarsi la nostra Italia, una classe politica che per i propri personali sporchi interessi ha svenduto quello che un tempo era il più bel posto al mondo in cui vivere, una nazione che come Stato, evidentemente, non è mai esistita, come purtroppo, altrettanto evidentemente, mai sono esistiti gli italiani.
(In foto, sopra, Luigi XIV e la Corte di Versailles)